curiosità stroriche padovane  1°

GIUSEPPE BETTIOL, IL PROFESSORE CHE D’ESTATE FACEVA GLI ESAMI SOTTO GLI ALBERI
(Gianadolfo Trivellato)

Il periodo del secolo scorso, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Ottanta, è stato senza dubbio un periodo destinato a passare alla storia per la nostra città. Anni ruggenti in cui Padova ha conosciuto momenti di gloria in tutti i campi, da quello politico a quello artistico, financo a quello sportivo; ma anche momenti di tensione e di paura, felicemente superati grazie alla fermezza dei suoi governanti e al buon senso della cittadinanza. Questa breve ma significativa rassegna vuol essere, oltre che un omaggio alle vicende e ai personaggi migliori di un recente passato, anche un sincero augurio perché Padova ritrovi serenità e voglia di superare un momento abbastanza difficile, coinvolta in trasformazioni di carattere sociale ed etnico che faticano a mettere radici.

UNA CATTEDRA PRESTIGIOSA. Credo possa ancora esservi in giro qualche laureato in giurisprudenza, come me un po' avanti negli anni, che a suo tempo ebbe come docente di diritto penale, alla nostra università, il professore Giuseppe Bettiol. Originario di Cervignano del Friuli, laureatosi in Giurisprudenza a Milano, nel 1945 fu delegato alla Consulta nazionale per il partito della Democrazia cristiana, per il quale avrebbe svolto attività parlamentare ininterrottamente dal 1946 al 1976. Tra i numerosi incarichi assunti a livello politico, fu ministro della Pubblica Istruzione nell'ottavo gabinetto De Gasperi (luglio-agosto 1953) e ministro senza portafoglio per i rapporti con il Parlamento nel secondo gabinetto Segni (febbraio 1959-marzo 1960). Come docente incominciò la carriera a Urbino, per proseguirla a Trieste ed infine dal 1964 al 1982, anno della sua morte, alla nostra Università. Una cattedra da lui resa decisamente prestigiosa grazie non solamente al suo insegnamento, ma anche ai suoi numerosi libri sui quali si sono formate intere generazioni di penalisti in tutta Italia.

AMAVA BRESSANONE. Accanto a lui la nostra università annoverava altri nomi illustri, a cominciare da Alberto Trabucchi che resse l'incarico di professore ordinario di diritto civile dal 1942 fino agli anni Settanta, e che per il suo rigore agli esami subì più volte delle dure contestazioni da parte degli studenti, in particolare nel 1968. Oppure Enrico Opocher che, oltre ad essere uno dei maggiori filosofi di diritto del Novecento, segnò forse un primato nell'insegnamento universitario dal momento che resse la cattedra di filosofia nel nostro ateneo per quarant'anni. Opocher dal 1968 al '72 è stato anche Magnifico Rettore. Oppure ancora Luigi Carraro, professore di Istituzioni di diritto privato eletto poi senatore della Repubblica, temutissimo quando insegnava per l'intransigenza nel non accettare assenze alle sue lezioni e altrettanto esigente agli esami. Ben altro rapporto amava instaurare con gli studenti Bettiol che tra l'altro fu tra i più convinti sostenitori dei corsi estivi a Bressanone, istituiti in quella sede periferica dell'ateneo di Bolzano. Corsi organizzati per consentire a studenti in ritardo con gli esami di recuperare in parte il terreno perduto, in sostanza una sorta di sessione speciale. E dal momento che Bettiol amava molto la montagna, nei giorni più caldi e di sole pieno non disdegnava affatto tenere le sue lezioni nei boschi vicini al paese, all'ombra di qualche albero.

POLITICI ILLUSTRI. Dicevo all'inizio che in quegli anni Padova poté vantare anche altri illustri personaggi che dominarono la scena politica italiana. Un posto preminente spetta senza dubbio a Luigi Gui, considerato uno dei padri della Repubblica. Fu membro dell'Assemblea Costituente, l'organo che stese la Costituzione italiana tra l'anno 1946 e l'anno 1948. E' stato ministro della Pubblica Istruzione, dell'Interno, della Difesa e della Sanità. Come ministro dell'Istruzione il suo provvedimento più importante riguardò l'attuazione della norma costituzionale che prevedeva l'istruzione obbligatoria fino ai 14 anni di età. È morto a Padova il 26 aprile 2010. Una notevole fama come politico raggiunse anche Carlo Fracanzani, avvocato, eletto la prima volta a Montecitorio nel 1968 nelle fila della Democrazia Cristiana. Come appartenente alla corrente di sinistra di questo partito fu ministro delle Partecipazioni Statali nei governi De Mita e Andreotti. Fracanzani è anche ricordato, oltre che come politico, anche per essere stato presidente della Lega di serie A di pallavolo.

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